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domenica 2 marzo 2008

Una persona normale

Ricordo che fin da piccolo sono sempre stato visto dai miei genitori e dagli adulti che mi stavano intorno come un ragazzino con grandi potenzialità, sul quale si riponevano grandi aspettative. Forse anche perchè il termine di paragone non ha mai mostrato particolari doti. Sicuramente, in alcuni contesti la situazione mi ha reso le cose più facili. D'altro canto, al contrario, in diversi frangenti non sono arrivate le gratificazioni che pensavo di meritare. Nulla di insuperabile, per carità, seppur alcuni episodi siano stati davvero difficili da digerire (qualcuno ha detto Carnevali?).

Tante volte sento di non essere in grado di soddisfare le aspettative che sono state riposte in me, di non essere la persona talentuosa che tanti pensano che io sia, di essere semplicemente uno come tanti altri. Non ho mai fatto nulla di strepitoso perchè meritassi tutte queste attenzioni. Al contrario, nonostante i buoni risultati passati nella scherma e con la scuola, sono sempre stato convinto che finora, o perlomeno negli ultimi 5-6 anni, la mia vita sia stata un (quasi) completo fallimento. Nella scherma mi sono arreso al primo ostacolo, scoraggiandomi e non trovando più le motivazioni necessarie per andare seriamente avanti; con l'università vado a rilento e ho buttato tre anni tra ingegneria e tempo perso che nessuno mi ridarà e che peseranno man mano che andrò avanti. Quello che finora è mancato è stato principalmente il carattere, che di sicuro non è una delle mie qualità principali e che sono stato in grado di mostrare solo a sprazzi. Ma probabilmente mancano anche - almeno in parte - tutte le qualità che mi sono state attribuite ingiustificatamente in tutti questi anni, elevandomi a qualcosa che non sono.

Sono solo uno come tanti.

2 commenti:

Unknown ha detto...

Non posso fare a meno di pensare che queste riflessioni siano scaturite,almeno in parte,dai discorsi affrontati ieri..a me capita di sentirmi esattamente allo stesso modo: non riuscire a sostenere il peso delle aspettative, non riuscire a volte a far coincidere l'idea che gli altri hanno di me con ciò che sono davvero e, sopratutto arrendermi di fronte all'amara scoperta che forse non sono granchè, una tra tanti..una mediocrità.Forse è solo sbagliato il criterio con cui ciascuno di noi e la società intera misura il valore di ogni individuo.Il valore di una persona non si misura con i voti o con i trofei vinti, ma dipende dal sincero impegno con cui ognuno di noi tenta di migliorare se stesso, dalle motivazioni che spingono il nostro agire e sopratutto con la capacità di mantenersi sempre coerenti con le proprie idee e di non sacrificare i propri valori per raggiungere degli obiettivi che portano in se solo l'illusione della felicità, perchè al di là di tutto il punto è proprio questo:io come posso essere felice? magari non saremo mai candidati al premio nobel, ma ogni lascrima asciugata e ogni sorriso donato a chi ci sta intorno fa di noi delle persone speciali..e tu lo sei!

Fabrizio ha detto...

Hai ragione, la nostra conversazione ha contribuito, è stata più che altro l'input per aprirmi un po'. E hai ragione anche su tutto il resto, ma è anche vero che a volte è davvero difficile competere con persone che sanno adattarsi meglio al modo di vivere e di pensare che prevale. In fin dei conti mi piace come sono e non cambierei nulla di me (oddio, forse la tigna :P), solo non voglio essere sopravvalutato per qualcosa che non sono, perchè questo provoca solo effetti collaterali: deludere le aspettative altrui e sentirmi una cacchina in putrefazione.

Però fa sempre piacere sentirti dire certe parole (anche se tu certi complessi non avresti motivo di averli), sei sempre la più carina tra le carine, grazie :)